di Ludovica Schiaroli
Insieme possiamo fare la differenza è il motto di Save Vernazza, associazione nata con l’obiettivo di ricostruire Vernazza dopo la tragica alluvione che colpì le Cinque Terre il 25 ottobre del 2011 e che causò tredici vittime, di cui tre a Vernazza. L’associazione è tra gli stakeholder che sostengono attivamente Stonewallsforlife.
«Vernazza era letteralmente sepolta, in quei giorni c’era una sensazione di impotenza davanti a un evento che sembrava un film di fantascienza. Così abbiamo pensato che dovevamo fare qualcosa per questo posto che è unico, magico e di cui siamo perdutamente innamorate.»
Lo racconta Ruth Manfredi che insieme a Michelle Lilley e Michelle Sherman nel 2011 fondano la onlus Save Vernazza e nel corso di dieci anni riusciranno a raccogliere oltre 250mila di euro di donazioni utilizzati per recuperare il borgo.
La mobilitazione americana
«Volevamo trovare un modo per trasmettere l’enorme bisogno d’aiuto che in quei giorni chi viveva qui necessitava – racconta Ruth – e così abbiamo pensato che non c’era niente di più naturale di tre americane che si rivolgevano ai loro connazionali per chiedere un piccolo sostegno».
Il successo è enorme, grazie anche all’appoggio dei media americani, New York Times, CBS e soprattutto Rick Steves, vero e proprio influencer per quel che riguarda il turismo. Sono loro che rilanciano l’appello e fanno da sponda alle tre signore americane.
Fare crescere la consapevolezza della fragilità del territorio
«Tra gli obiettivi che ci siamo poste fin dall’inizio – continua Ruth – c’era quello di fare capire come al di là della grande bellezza di questi luoghi, lavorare qui, coltivare la terra, tirare su i muri ieri e mantenerli oggi, è una grande fatica. Qui si vive una situazione unica dove chi vive e lavora lo fa in simbiosi con il territorio».
Save Vernazza da subito ha trovato un forte appoggio da parte dei cittadini e degli amministratori locali e questo ha fatto sì che tanti progetti potessero essere realizzati grazie i fondi raccolti.
Tra volontariato e turismo
Tra i progetti messi in campo dall’associazione – che ci tiene a sottolinearlo Ruth: è senza fini di lucro – c’è la ricostruzione di Piazza Marconi, che è stata inaugurata grazie all’architetto Richard Rogers e alla Fondazione Carispezia, i lavori per il recupero e restauro della chiesetta di Santa Marta, di uno due ponti in Fontanavecchia e la ricostruzione di muri a secco nella collina direttamente sopra Vernazza.
E poi c’è il progetto Turisti nei cian che dal 2013 al 2018 ha coinvolto 1090 partecipanti, provenienti da tutto il mondo, impegnandoli in 135 escursioni. Ruth lo chiama volonturismo e consiste in quello che oggi si potrebbe chiamare “turismo esperienziale”. Il turista passa una mattinata a fare attività con un agricoltore, può lavorare in vigna, aggiustare un muro a secco… e in fine c’è il pranzo insieme nel cian, che nel dialetto locale sono le strisce di terra coltivabile sorrette da muretti a secco.
«Quello che noi abbiamo sempre assicurato è il contatto con la persona del posto, con l’obiettivo di facilitare lo scambio culturale, e far capire la quotidianità di chi vive qui, per rendere il turista consapevole che le Cinque Terre non sono solo una bella cartolina».
A causa dell’emergenza dovuta al Covid19 il progetto si è fermato e Ruth ancora non sa quando si potranno riprogrammare nuove escursioni.
Stonewallsforlife un progetto per il futuro delle Cinque Terre
«Abbiamo deciso di essere parte attiva del progetto perché Stonewallsforlife ha gli stessi obiettivi della nostra associazione e perché aiuta a comprendere l’importanza del nostro territorio».
Ruth Manfredi è convinta della necessità di fare conoscere a quante più persone il progetto, soprattutto crede fondamentale coinvolgere i turisti e portarli a visitare i luoghi dove il progetto si sviluppa.
«Sarebbe un modo per fargli vivere un’esperienza e capire nello stesso tempo l’importanza di avere un territorio curato e mantenuto. Ma ci sono tanti tipi di turisti, quello a cui piace camminare e quello che magari preferisce leggere e prendere informazioni tradizionalmente, per questo mi piacerebbe che ogni punto informativo avesse anche materiale che raccontasse le grandi potenzialità di un progetto come questo».
Dopo Manarola, Vernazza
Il sogno di Ruth è vedere partire i lavori anche nel territorio di Vernazza. Le difficoltà sono tante. «La prima da affrontare è la parcellizzazione del territorio – ammette – per questo dovremmo partire da quanto fatto dalla Fondazione Manarola, che con il loro lavoro hanno reso possibile Stonewallsforlife».
A Vernazza sono in tanti a guardare con interesse quanto sta accadendo a Manarola, per primi gli amministratori locali.
La necessità di trovare un modo per mitigare gli eventi atmosferici sempre più intensi dovuti ai cambiamenti climatici, potrebbe giocare a favore della comunità Vernazza.
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