di Ludovica Schiaroli
Il 17-18-19 giugno si è svolto il 6° festival e concorso internazionale sul paesaggio “Sassi e non solo”, a Terragnolo in Trentino, grazie alla collaborazione di ITLA Italia, Alleanza Mondiale per i Paesaggi Terrazzati, e la Scuola italiana della pietra a secco.
Durante l’evento si è svolto il consueto “contest di muri a secco”, una gara non competitiva ma di riconoscimento e scambio reciproco tra squadre di artigiani della pietra a secco, a cui partecipano da anni rappresentanti di tutto il mondo.
Quest’anno per la Liguria ha partecipato Luca Drovandi con due amici e collaboratori, Mattia Zampolli e Pierfrancesco Le Rose, residenti a Volastra. Il contest è stata anche l’occasione per farci raccontare quelle giornate, ma anche di capire come costruire o ricostruire un muro a secco non è solo fatica ma tanta emozione.
Oltre alla Liguria erano in gara Inghilterra, Irlanda, Puglia, Piemonte e Trentino.
«Sono state giornate davvero emozionanti e ricche di contenuti, e con la promessa di continuare a fare muri a secco e impegnarsi per il paesaggio terrazzato – racconta Luca Drovandi di ritorno dal Trentino – Personalmente lavoro da oltre dieci anni in questo settore, costruisco e ripristino muri a secco e scalinate lungo terrazzamenti, sentieri, terreni privati e per conto di alcune associazioni che lavorano sul territorio, di Tramonti.
Ho fatto muri a secco anche in Corsica, in Lombardia e in tutta la provincia, ma ogni volta è una gioia ed una scoperta, e con molto orgoglio sono socio di ITLA ITALIA e della scuola italiana, come Artigiano e futuro formatore.
Stiamo lavorando anche a progetti ambiziosi e necessari, quali il riconoscimento di questo mestiere e per una formazione professionale e attenta alle prossime sfide che, causa cambiamenti climatici e dei paesaggi, vedono i muri a secco non più come un hobby o un attività che si può improvvisare ma una precisa disciplina da seguire e una voluta scelta ecologica.»
Quello che emerge dal racconto di Luca Drovandi è la sua scelta, che è quella dell’artigiano della pietra a secco, «non faccio il muratore» ci tiene a precisare «ed è questo che si è celebrato in Trentino: il saper fare e poterlo trasmettere».
«La dicitura che uso spesso, “Muri a secco liguri apuani”, non è una ditta ma un insieme di persone sensibili a ciò che è questo nostro mondo di pietre e la storia degli antichi liguri. Con questo spirito eravamo in Trentino, condividendo le nostre passioni assieme agli artigiani di altri luoghi, in una organizzazione impeccabile che rinnova ogni anno l’importanza dei muri, di chi li fa e di chi fa in modo che si creino reti e scambi concreti tra tutte quelle persone che vivono il territorio».
Alla fine delle tre giornate, una giuria composta da membri di ITLA e della Scuola Italiana della Pietra a secco hanno valutato, secondo tecniche costruttive e i principali aspetti di un muro a secco realizzato a regola d’arte le squadre e, sono stati premiati Inghilterra e Trentino a pari merito.
«Ma eravamo tutti a pochi punti di distanza, tutti bravi insomma!» – conclude Drovandi, promettendoci un altro incontro, a breve!
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