di Ludovica Schiaroli
Tra le azioni portate avanti dal progetto Stonewallsforlife c’è la redazione e lo studio di un Piano di adattamento ai cambiamenti climatici per il Parco delle Cinque Terre scritto con la collaborazione del Centro Euro – Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC Climate).
Il Piano ha l’obiettivo di promuove e protegge la salute di chi vive nel Parco, ma anche delle attività economiche portate avanti al suo interno e degli ecosistemi in esso contenuti. Al tempo stesso il Piano rappresenta uno dei primi piani di adattamento ai cambiamenti climatici per un Parco nazionale, e può fungere da apripista per l’analisi di vulnerabilità e impatti del cambiamento climatico in aree così ricche di biodiversità e patrimonio culturale, ma allo stesso tempo plasmate e saldamente interconnesse all’attività antropica (agricoltura, pesca, turismo) e alla vita nei borghi.
Tra i risultati attesi c’è anche quello di fortificare la rete dei molteplici attori e differenti comunità che popolano l’Ente Parco, permettendo loro di partecipare, innovare e lavorare insieme in ottica di adattamento.
La definizione del contenuto del Piano di adattamento ai cambiamenti climatici emerge dalla combinazione di tre processi: un’attenta analisi della letteratura scientifica e della documentazione relativa alle caratteristiche geomorfologiche dell’area, alle certificazioni ottenute in tema di sostenibilità e alle politiche promosse dall’Ente; un’analisi del rischio climatico (composto secondo la metodologia dell’IPCC della pericolosità, dell’esposizione e della vulnerabilità dell’Ente Parco), tradotto, da una parte, in mappe di criticità utili ad individuare hotspot geografici e settoriali e, dall’altra, in catene di impatto che permettono la visualizzazione dei nessi causali e logici tra fenomeni climatici, elementi esposti, e la loro vulnerabilità; l’integrazione delle indicazioni e delle proposte ricevute nel corso dei processi partecipativi organizzati specificatamente per la definizione del Piano di adattamento.
Come individuato dal progetto Stonewallsforlife i muri a secco rappresentano un elemento fondamentale per la salvaguardia del territorio e di chi lo abita. E lo studio e le azioni portate avanti dai hanno proprio l’obiettivo di capire come rispondono il muro e il terreno agli eventi pluviometrici per poi trovare le soluzioni più efficaci.
In un contesto in cui il cambiamento climatico si afferma come moltiplicatore di minacce già esistenti, l’implementazione di approcci che permettano un’azione trasversale alle diverse sfere socio-economiche assume cruciale importanza. Per questo si è scelto l’approccio One Health, cioè collaborativo, multisettoriale e transdisciplinare – che opera a livello locale, regionale, nazionale e globale – con l’obiettivo di raggiungere risultati ottimali in termini di salute, riconoscendo l’interconnessione tra persone, animali, piante e il loro ambiente comune.
Le prime analisi con focus sulla regione Liguria hanno evidenziato un differente comportamento tra il Levante e il Ponente ligure: mentre il Levante potrebbe sperimentare un aumento sia dell’intensità̀ della precipitazione estrema che della frequenza dei giorni piovosi, il Ponente sembra poter essere più esposto ad una maggiore diminuzione delle precipitazioni rispetto al passato.
Perciò risulta importante la valutazione delle tendenze climatiche in una zona più ristretta come quella del Parco Nazionale delle Cinque Terre, che possa permettere un’osservazione capillare dei fenomeni climatici nella zona del Levante ligure e dei conseguenti impatti su persone, ambiente, attività produttive e patrimonio culturale. Il Parco, infatti, racchiude peculiari caratteristiche: tra i più piccoli ma allo stesso tempo tra i più densamente popolati parchi nazionali d’Italia, trova la sua identità nel paesaggio terrazzato e nell’armonia con cui uomo e natura convivono.
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